Le sette versioni fornite da Michele Misseri sull’omicidio di Sarah Scazzi e le sue recenti dichiarazioni a difesa di Sabrina e Cosima.
Il caso di Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana nel 2010, rimane uno dei più complessi con Michele Misseri che ha rilasciato nel tempo numerose dichiarazioni contraddittorie sull’omicidio.
Nonostante abbia scontato otto anni per occultamento di cadavere, l’uomo ha cambiato versione dei fatti sette volte,
Prima coinvolgendo e poi scagionando la figlia Sabrina, condannata all’ergastolo insieme alla madre Cosima Serrano.
Le sette confessioni di Michele Misseri
Il 6 ottobre 2010, come riportato da Leggo.it, Michele Misseri confessa per la prima volta l’omicidio della nipote Sarah Scazzi.
Secondo questa versione iniziale, l’uomo avrebbe tentato un approccio sessuale con la ragazza, che avrebbe poi reagito con un rifiuto.
Colto da rabbia, avrebbe strangolato la nipote con una corda, abusato del cadavere e nascosto il corpo in un pozzo nelle campagne di Avetrana. Questa confessione non coinvolgeva in alcun modo la figlia Sabrina.
Il giorno successivo, l’uomo modifica leggermente la sua versione, sostenendo che la vittima lo avrebbe toccato ai fianchi prima di essere uccisa. Questa affermazione sarà presto abbandonata e non ripresa in seguito.
L’elemento di maggiore confusione arriva il 15 ottobre 2010, quando Misseri cambia drasticamente versione e coinvolge Sabrina nell’omicidio.
Secondo questa nuova narrazione, sarebbe stata la figlia a trascinare nipote nel garage per “dare una lezione” alla cugina. Dunque lo stesso Misseri avrebbe poi strangolato la ragazza su richiesta della figlia.
Le lettere e le nuove versioni sul delitto di Avetrana
Dopo la prima confessione, Michele Misseri continua a cambiare le sue dichiarazioni. Il 4 novembre 2010 fornisce una quarta versione, in cui la figlia Sabrina avrebbe strangolato la cugina durante una lite per gelosia nei confronti di Ivano Russo.
Inoltre, l’uomo sostiene di essere intervenuto solo in un secondo momento, per occultare il corpo. In questa versione, tuttavia, nega qualsiasi atto sessuale sul cadavere.
Ma è il 24 dicembre 2010 che il noto zio di Avetrana fa un passo ulteriore: scrive una lettera alle figlie in cui scagiona completamente Sabrina dall’omicidio e si scusa per averla ingiustamente accusata.
Un ulteriore cambio di rotta arriva il 23 marzo 2011, quando – in un’altra lettera – si autoaccusa nuovamente del delitto. Spiegando che la morte della nipote sarebbe avvenuta a seguito di un incidente durante una lite, mentre lui era frustrato per un problema al trattore.
Oggi, Michele Misseri vive con il rimorso e ha dichiarato di aver pensato al suicidio, ma la sua battaglia sembra concentrarsi sul dimostrare l’innocenza della figlia.